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Pane, acqua e zucchero. La mia prima lezione di strategia umana.

2025-06-19 16:16

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Branding, #Ikigai,

Pane, acqua e zucchero. La mia prima lezione di strategia umana.

Pane, acqua e zucchero: la mia prima lezione di strategia umana. Non è solo una merenda: è un rituale di sopravvivenza affettiva, un gesto di cura semplice.

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Pane, acqua e zucchero. La mia prima lezione di strategia umana.
Non è solo una merenda: è un rituale di sopravvivenza affettiva, un gesto di cura semplice.

C’è stato un tempo in cui la merenda non aveva bisogno di packaging, né di slogan “urlati”.
Niente influencer, nessun design… “solo” pane, acqua e zucchero.
 

Un gesto semplice, ripetuto, quasi rituale: un cucchiaio d’acqua, una spolverata di zucchero, il pane duro che tornava vivo per un attimo.


Essenziale ma pieno di significato.
Pane, acqua e zucchero è la sintesi dell’essenziale: nutrimento, idratazione, energia.
Ogni giorno, nel mio lavoro, parte sempre dal minimo comune denominatore: ascolto, identità, verità… spoglio le sovrastrutture, tolgo il superfluo, riporto all’essenza. Ma quell’essenza nutre.

"Aiuto le persone e le aziende a riscoprire ciò che già sono, come quando da bambino bastavano tre cose per sentirmi al sicuro e pieno."
 

Oggi, ripensandoci, credo sia stata la mia prima lezione di identità.
Quella merenda non era solo nutrimento.
Era una risposta concreta ad una necessità.
Un modo diverso per dire: “Ti vedo, ti curo, ti nutro… con quello che ho, tanto o poco che sia… ma fatto per bene.” Ecco: questo è il “cuore” del mio lavoro oggi.


Un gesto d’amore silenzioso.
Quella merenda spesso non era scelta… era ciò che c’era. Ma dentro c’era un gesto d’amore: la nonna che ti dava quel pane con le sue mani vissute.
Il mio lavoro oggi è quel gesto d’amore (professionale): ascolto, accompagno, osservo… senza rumore, con umanità.

"Non servo soluzioni pronte: offro cura e direzione, come chi ti prepara il pane con lo zucchero quando non c’è altro… ma quel poco basta".
 

Io faccio esattamente questo ma con le persone, i territori e le Aziende:

Ascolto la fame che c’è sotto le parole.
A volte è fame di direzione, di senso, di riconoscimento.
Altre volte è fame di futuro.

Cerco il pane che hanno già in casa.
Spesso non serve inventare nulla. Serve guardare bene quello che c’è, ricontestualizzarlo, rivalutarlo, impastarlo di nuovo.

Aggiungo solo il necessario.
Una goccia d’acqua per “rendere morbido”...
Un pizzico di zucchero per “far tornare (la) voglia”.
Nel mio linguaggio: metodo, narrazione, visione strategica.


Trasformare “quel poco” in semplice dolcezza… in valore.
Nonna era sempre molto “attenta” e quel poco diventava un tesoro.

Così lavoro sulle crisi, sul disorientamento, la confusione… e li trasformo in consapevolezza, direzione, identità.

"Oggi ho la consapevolezza di chi trasforma il ‘non abbastanza’ in bellezza, come faceva quella merenda: povera, semplice ma felice".
 

Oggi come allora… “non mi dedico a cose che non servono”.
Il mio approccio è popolare ma profondo, essenziale ma trasformativo.
Non vendo sovrastrutture… ma memoria attiva.
Il mio approccio è umanistico perché parte dall’essere umano, proprio come quella merenda: era semplice ma vera… era poca ma bastava.

Quella merenda era per tutti.
Non aveva pretese. Non si doveva spiegare.

Come il mio modo di comunicare: popolare, diretto, dialettale, comprensibile, profondamente umano (e vicino).

"Come pane acqua e zucchero, il mio lavoro non è esclusivo ma inclusivo. È pensato per arrivare, per farsi capire… per restare."
 

È da lì che ho imparato a fare il mio lavoro:
✅ Quando progetto identità aziendali, non parto dal logo ma dalla storia che le tiene in piedi.
✅ Quando costruisco narrazioni di brand, cerco sempre quel dettaglio semplice ma potente, come lo zucchero sul pane (raffermo ormai bagnato).
✅ Quando faccio coaching umanistico, cerco di riportare la persona a ciò che già ha… e non riesce più a vedere.


Un sapore che resta
Quella merenda te la ricordi ancora.
Non per la sua complessità ma per la sua intensità emotiva.
Anche tu vuoi lasciare memoria, traccia, presenza.

"Le mie consulenze non sono un passaggio: sono un sapore che resta in bocca e nel cuore. Come quella merenda che oggi chiamerei identità emotiva."

Pane, acqua e zucchero.
Allora non riempiva solo un momento… lo rendeva “memorabile”, lo “fissava a calendario”, scandiva indelebilmente il tempo (e il ritmo dei miei pomeriggi).
 

Oggi è diventato il mio modo di lavorare: con poco, faccio bene… con umiltà, creo futuro, con cura, restituisco senso.


E se oggi, nel lavoro e nella vita, tornassimo a cercare proprio quella stessa semplicità autentica di pane, acqua e zucchero?
 

Può una merenda raccontare tutto ciò che siamo diventati?