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Toglietevi la camicia e mettetevi una t-shirt

2025-08-12 16:16

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Branding, Business e Strategia, #Ikigai,

Toglietevi la camicia e mettetevi una t-shirt

Il design non esiste “per il mercato” ma per le persone — quelle che lavorano in azienda e quelle che entreranno in contatto con il tuo brand.

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Il mio iPhoneX mi restituisce una nota del 14/03/2014: i tempi stavano cambiando e non potevo immaginare “così tanto… velocemente”.

Quante volte, davanti allo specchio, hai indossato una camicia per sembrare “più professionale”?
E quante volte, in quel gesto, hai sentito che stavi indossando anche un ruolo, un protocollo, un “come si deve” che non era proprio tuo?

Una comunica ordine: le pieghe stirate raccontano di regole, di convenzioni; I bottoni, allineati uno sull’altro, ti tengono composto… è un abito che dice “seguo il codice”… è rassicurante ma anche un po’ trattenuto.

L’altra, invece, ispira libertà: non ha bottoni da chiudere, non ha pieghe obbligatorie… è la tela su cui puoi stampare un’idea, un simbolo, una frase che racconta chi sei; ti lascia muovere, respirare, esprimere… è un “vengo come sono” che non chiede permesso... si concede “senza riserve”.

Non è una questione di stoffa e neanche di fustelle o di veline.
Ma di AZIONE ISPIRATA, di CULTURA AGITA… di IMPRINTING PERSONALE.

Parlare di camicia e t-shirt è parlare di due approcci alla vita e soprattutto alla comunicazione: il vestirsi per aderire ed il vestirsi per esprimersi.

In un mondo in cui tutti cercano di apparire “giusti”, io ti propongo di essere “genuina e vera”, di togliere l’imprinting delle convenzioni aziendali e indossare un capo “di concetto”: comodo, diretto, inconfondibile.

La camicia rappresenta il vestirsi per aderire.

Quando indossi una camicia, segui un codice (più o meno scritto).
La scegli in base alla formalità dell’occasione, la abbini ad un contesto, la stiri perché non ci siano pieghe. È un capo che ti mette dentro un linguaggio prestabilito: quello della correttezza, della precisione, dell’appartenenza ad una certa immagine “professionale”.

La camicia, nel design è la regola, la griglia che allinea, il layout ordinato, il font sobrio.
È il segnale visivo di “so come si fa” (e questo rassicura)… ma spesso, proprio per questa sua funzione di conformità, può smussare le punte più originali della tua identità.

La t-shirt rappresenta il vestirsi per esprimersi.

La t-shirt non ha bottoni da allacciare né colli da inamidare. È un supporto libero, pronto ad ospitare un’idea, un simbolo, un messaggio che non devi per forza spiegare… è il capo che puoi personalizzare, strappare, colorare, reinterpretare.

Nel design, la t-shirt è la tela bianca aperta all’imprevisto: è il logo che osa una sfumatura in più, il packaging che racconta una storia, la campagna che rompe la routine visiva per farsi notare.
È il segnale di “sono questo e lo dico così”, con la libertà che solo chi conosce se stesso può permettersi… semplicemente “a modo mio”.
 

Abiti da lavoro e di rappresentanza: aderire vs. esprimersi

Aderire significa mettersi in linea con uno standard: è utile quando vuoi comunicare affidabilità e rigore, quando l’obiettivo è integrarsi in un linguaggio già codificato dal tuo settore.
 

Esprimersi significa prendere posizione, significa scegliere consapevolmente cosa mostrare, come mostrarlo e a chi. È utile quando vuoi distinguerti, quando vuoi attrarre non tutti ma quelli giusti.
Il punto non è decidere se indossare “solo camicie” o “solo t-shirt”.

Il punto è capire quando aderire per guadagnare fiducia e quando esprimerti per farti ricordare ma, soprattutto, è comprendere se sei abbastanza consapevole, centrato, coerente e… di, riflesso, credibile.

Perché, vedi… Il design parte dalle persone e non è mai una questione di “moda” o “tendenza” ma un dialogo COSTANTE (e a pelle) con la persona che lo indosserà: che si tratti di un logo, di uno slang, di un packaging, di una busta o anche solo di un “cartellino”… un progetto esiste perché tu possa sentirti dentro quello che comunichi… totalmente IMMERSO e PROTAGONISTA del concept.

Un’identità non è un’etichetta “da appiccicare”: è un abito cucito sulla tua forma unica (non uso “su misura” o “ad-hoc” perché sono orma inflazionate, purtroppo…).
 

A volte quel “vestito” è più camicia, a volte più t-shirt ma il punto è che deve starti bene, rappresentarti, muoversi con te…assecondando il movimento e lo “stretch” senza mai “perdere di forma, sostanza e leggibilità”. Aderire non è “deformare”… fai attenzione!

Dalla “sartoria” alla serigrafia.
Linee tratteggiate che diventano punti di piega.

Il parallelo non è solo metaforico.
Il design è come un capo d’abbigliamento:
•    La camicia è il lavoro di sartoria precisa: misure, simmetrie, cuciture invisibili.
•    La t-shirt è la serigrafia audace: colori, grafiche, messaggi che parlano al primo sguardo.

Entrambi hanno un peso e possono essere arte ma hanno linguaggi diversi: il compito di chi fa design identitario è capire quale linguaggio ti serve per essere coerente e riconoscibile.
 

Non gareggiare, lascia un segno: nel mondo del business si corre troppo per vincere una gara che spesso non sappiamo nemmeno di aver scelto e, ti prego, trova il coraggio per raccontarti. 

Lascia al mondo la tua forma, il tuo suono, il tuo colore (o i tuoi colori).
Non si tratta di “battere un concorrente”: si tratta di far arrivare un messaggio alle persone giuste, nel modo giusto, con i mezzi giusti. 

Presentarti con rigore, se vuoi.
Mostra il tuo cuore.
Sii diverso.

Scegli di restare impressa: il design farà in modo che, anche quando tu non ci sei, il tuo messaggio continui a camminare da solo… si farà raccontare. Il design non esiste “per il mercato” ma per le persone — quelle che lavorano in azienda e quelle che entreranno in contatto con il tuo brand.


La cultura, in principio, era (già) design. Poi, persone consapevoli lo valorizzarono con l’esempio e con l’ azione, ispirando “persone nuove” che avrebbero determinato il futuro”.

Perché alla fine, la scelta è semplice: puoi continuare a “vestirti per sembrare” (qualcuno o qualcosa) oppure puoi iniziare a “vestirti per essere (te stesso).

Ogni brand ha bisogno di entrambe le cose (in momenti diversi, per esigenze diverse):
La camicia per il linguaggio istituzionale, le regole di leggibilità, la coerenza visiva.
La t-shirt per la parte emotiva, personale, inaspettata.
 

Se tutto è camicia, rischi di essere corretto ma anonimo.
Se tutto è t-shirt, rischi di essere creativo ma disordinato.

Ora... puoi scegliere di indossare “la camicia classica con il bottone ROSSO o in LEGNO (o in madreperla)” oppure una t-shirt monocolore blu da “sotto-giacca” con il taschino fucsia.


In tutti e due i casi, se TU stai bene con te stesso… sei prefetto! SEI OK!

Perché il vero design non veste “come si fa” ma esprime la tua identità più intima e vera… praticamente veste come sei (in alcuni casi, RIVESTE COSA SEI).
 

Questa è una regola che ritrovi (e puoi applicare) in tutto.
E che dice tanto su chi sei.
 

Ecco perché non stiamo PERSONALIZZANDO ma… TRASFERENDO.
Ecco perché FUSTELLE e VELINE sono SCHEMI che TRACCIANO LA VIA (non limiti).


Dovremmo avere più cura nell’uso di questi quattro termini, non credi?